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Scontrino elettronico, ecco cosa cambia dal prossimo 1 gennaio

Il vecchio scontrino fiscale andrà presto in pensione: dall'1 gennaio 2020, infatti, anche le imprese commerciali con un volume d’affari inferiore ai 400 mila euro annui avranno l’obbligo di emettere lo scontrino elettronico, come già stanno facendo dall'1 luglio scorso quelle con volume d’affari superiore.

Per i consumatori non cambieranno molte cose: continueranno ad uscire dai negozi con un documento in mano, a testimonianza degli acquisti fatti. In più, però, potranno partecipare alla lotteria degli scontrini, con premi fino ad un milione di euro messi in palio dall’Agenzia delle Entrate, la cui entrata in vigore però è stata rimandata a luglio 2020. Per le imprese, invece, la situazione è più complessa, come testimonia Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara anche sull base dei pareri raccolti tra i propri associati.

«La transizione al nuovo sistema- spiega il direttore Rodolfo Pasquini- non è così immediata come era stato ipotizzato nel decreto 119/2018, collegato alla legge di Bilancio 2019. Il problema principale riguarda l’acquisto di un nuovo registratore telematico e l’impossibilità di delegare un commercialista per la trasmissione dei corrispettivi, che a questo punto sarà solo telematica e non più cartacea come è stata finora. Semplificando si tratta un aggravio di costi sul bilancio aziendale e uno sforzo in più in termini di tempo e competenze per restare in regola con la legge.

L’unica agevolazione prevista è un credito di imposta per un massimo di 250 euro per l’acquisto di un nuovo registratore o 50 per l’adattamento del vecchio, là dove è possibile.

Comprendiamo l’obiettivo di questa novità, ovvero la lotta all’evasione fiscale, ma non ci pare giusto che il peso, anche economico, di questa lotta ricada solo e sempre sui commercianti». La normativa prevede alcune esenzioni per certe categorie commerciali, ma la maggior parte dei negozianti vi rientrerà, salvo ulteriori proroghe o esenzioni introdotte dalla prossima Legge di stabilità”.

Una situazione che aumenta le incertezze. Il bicchiere mezzo pieno lo si può scorgere solo sul lungo periodo, conclude Pasquini: «l’obbligo dei corrispettivi telematici potrebbe spingere le imprese all’innovazione attraverso una gestione più razionale e scientifica dei propri affari. Purtroppo, come sempre accade quando le cose vengono imposte dall’alto, ci sono tante piccole aziende non preparate ad affrontare questo salto.

Per fare innovazione consapevole occorre un cambio gestionale importante ed una capacità di investimento che non tutti in questo momento, ovviamente, possono avere. Ecco perché saremo al fianco di tutti gli imprenditori coinvolti per aiutarli a cavalcare il cambiamento con consapevolezza e riducendo i rischi”.